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Mi propongo di far conoscere realtà che non piacciono, sono scomode e infastidiscono per la loro crudezza.Vorrei che ognuno di noi si interessasse agli altri anche se distanti.

venerdì 29 aprile 2016

La Liberia ai Tempi dell'Ebola

Connaught Hospiatl. Photographer Noah Goodrich.
Dopo tanto tempo che aspettavo di visitare la West Coast africana finalmente mi son decisa a partire, ma certo non mi immaginavo di trovarmi nel bel mezzo di un'epidemia di Ebola!
Ancora in Europa non si sapeva nulla, perché si sa: se i morti sono occidentali i media ne parlano, altrimenti tutto tace.
L'epidemia era partita dalla Guinea e non avendo chiuso le frontiere, si è subito propagata in Liberia e Sierra Leone. La modalità di trasmissione è attraverso i fluidi corporei e basta una semplice stretta di mano per contrarre il virus. Immaginiamo uno slum africano o i mezzi di trasporto dove le persone stanno ammassate per ore...
Avevo già avuto modo di conoscere gli standard sanitari in Repubblica Democratica del Congo e Sierra Leone dove ero andata da Emergency, per capire se erano pronti a far fronte ad un'epidemia e naturalmente si stavano attrezzando. In teoria la Liberia ha un sistema sanitario pubblico, in pratica se non puoi corrompere i medici in dollari statunitensi non vieni né visitato né curato. Inoltre negli ospedali non ci sono medicine e l'unico modo per procurarsele e cercare per svariate farmacie (nemmeno le farmacie spesso hanno le medicine) e comprarle privatamente. Non esistono risonanze magnetiche (strumento importante di diagnostica per immagini), mentre noi si, le abbiamo nei centri veterinari disponibili per chi volesse far operare il proprio animale domestico, non c'è chirurgia specializzata. Si sconsiglia caldamente di fare un'iniezione in ospedale in quanto gli aghi vengono utilizzati più volte senza essere adeguatamente sterilizzati. L'ospedale JFK (John Fitzgerald Kennedy) è in queste condizioni. Non molto diverse dall'ospedale Connaught ubicato a Freetown, dove le poche attrezzature che hanno sono inservibili per la mancanza di tecnici per la manutenzione delle stesse.
Forse è per questo che le persone si fidano poco della sanità e preferiscono rivolgersi a guaritori locali.Forse anche culturalmente la medicina occidentale viene vista con sospetto perché talvolta è stato uno dei volti della colonizzazione. A occuparsi principalmente di sanità sono infatti istituti religiosi ed è notevole che mi sia dovuta sorbire lunghe ramanzine da parte di suore, mentre ero ricoverata in un lebbrosario per via della malaria (si, la lebbra è decisamente meno contagiosa dell'ebola). Spesso le persone alternano medicine che comprano in strada, a singola pastiglia ( a volte scadute?) con l'aiuto di guaritori locali.
Mentally ill. Photographer Robin Hammond.
Per rendere l'idea: in tutta la Liberia non esiste un negozio di ottica, infatti i pochi a possedere un paio di occhiali sono missionari che li hanno comprati all'estero. Figuriamoci 'per prestazioni sanitarie più complesse.
Il governo ha dovuto prendere precauzioni per l'ebola e mandava pulmini che spiegavano che l'ebola era reale, in quanto molti non credevano nell'esistenza del virus. Del resto al pari dell'HIV e dell'omosessualità l'ebola (da parte di chi ci credeva) era una malattia importata dagli USA per indebolire la popolazione locale. Monrovia era quasi blindata, fuori dai negozi e dagli alberghi c'erano cisterne d'acqua e piccoli pacchetti di detersivo per potersi lavare le mani e le persone non si stringevano più la mano: la propaganda governativa aveva avuto effetto e quanto meno delle misure precauzionali erano state prese.
In tutto questo ero colpita come sempre dal modo di affrontare la situazione dalla gente locale. Le persone non erano nel panico e se prima negli slum si reppava sull'HIV ora si vendevano ovunque cd contraffatti di canzoni rap riguardanti l'ebola. Insomma, non si facevano prendere dalla paura.


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